PUBBLICAZIONI:
PENALISTE NEL TERZO MILLENNIO
P. Pasquinuzzi
FrancoAngeli
Intervista di Ilaria Li Vigni: pagg. 97 - 100
2017



Penaliste nel Terzo Millennio - Studio Legale Traversi - studio legale auto riciclaggio Firenze
1) LA MIA STORIA PROFESSIONALE

Perché sono diventata avvocato?
Con tutta sincerità, quando ho iniziato gli studi di giurisprudenza non avevo ancora scelto di intraprendere questa straordinaria professione. Mentre mi aggiravo fra i banchi della facoltà e in quelle aule affollate infatti non sapevo che cosa avrei voluto fare "da grande".
Nessuno della mia famiglia era avvocato, peraltro proprio durante il mio percorso universitario è mancato mio padre, il quale non perdeva mai l'occasione di incoraggiarmi a diventare una donna indipendente proprio attraverso questa professione, anche se io non ero affatto convinta che fosse la mia strada.
Nonostante qualche difficoltà di natura personale, mi sono laureata chiedendomi: "e adesso"? Ero arrivata alla fine di questo percorso, ma non avevo le idee chiare sul mio futuro.
Tuttavia, il Destino mi ha dato una mano facendomi incontrare il mio Maestro che mi ha insegnato i valori, la passione e il modo di "essere" avvocato.
Quell'attimo è stata la svolta della mia vita professionale, perché ho finalmente capito da che parte dovevo andare.


2) PERCHE' E COME IL DIRITTO PENALE

Sono diventata una Penalista perché la cause che trattavamo in studio avevano esclusivamente ad oggetto reati di criminalità comune (furti, rapine, stupefacenti, truffe), anche con assistiti detenuti, attraverso i quali ho compreso quanto sia fondamentale il valore della libertà.
Con il passare degli anni il lavoro è cambiato, sono aumentati i reati economici, con clienti completamente diversi.
Tuttavia, fin dai miei primi giorni di pratica, ho percepito che ogni persona che si rivolge all'avvocato richiede attenzione e ascolto. Per questa ragione il professionista deve possedere una certa attitudine psicologica per capire fino in fondo chi ha di fronte e, soprattutto, le sue difficoltà.
Forse ho una visione romantica della professione che, alle volte, contrasta con i problemi economici che affliggono tutti, compresi gli avvocati.
Comunque, per quanto mi riguarda, una parte del mio tempo verrà sempre dedicata a chi ha davvero bisogno di aiuto, pur non avendo disponibilità di denaro.
Infatti, le mie più grandi soddisfazioni sono state le battaglie in difesa dei diritti dei discriminati e dei più deboli, perché mi hanno fatto provare la gioia e l'emozione di aiutare chi davvero ne aveva necessità.
Sono grata a queste persone per avermi fatto capire che la solidarietà possa essere espressa anche attraverso un aiuto legale.


3) PENALISTA

Indubbiamente, la scelta di essere una penalista ha comportato molti sacrifici, soprattutto in termini di vita personale perché la poca programmabilità degli impegni professionali (ad esempio, udienze dai tempi dilatati, emergenze derivate da arresti, termini brevi per le impugnazioni), influisce sulla quotidianità ed, in particolare, sulla famiglia.
Credo che questo sia il prezzo che paga l'avvocato, soprattutto donna, che vuole impegnarsi fino in fondo nella professione, dedicando tempo allo studio, alla preparazione dei processi ed anche ad altri eventuali incarichi connessi a tale lavoro.
Per me è stata una meravigliosa esperienza partecipare come docente a corsi di formazione per la preparazione all'esame di avvocato. Infatti, attraverso il rapporto con i giovani ho potuto esprimere la mia passione nei confronti di questa attività, trasmettendo loro i valori che costituiscono il fondamento della professione.
Nel tempo, ho compreso che la mia scelta ha valorizzato le mie caratteristiche personali in quanto, sviluppando e coltivando rapporti con clienti, colleghi, magistrati e soggetti che lavorano nel mondo della giustizia, sono riuscita ad esprimere al meglio la mia solarità, il mio bisogno di comunicare e il mio desiderio di combattere per la difesa dei diritti umani.
Certamente essere penalista comporta anche dei rischi, per non parlare di discriminazioni anche di tipo economico, situazioni imbarazzanti che vanno fronteggiate con grande determinazione, come spesso affermo "con la schiena dritta".
L'avvocata non può essere pavida, si deve mettere in gioco, deve sapere affrontare le difficoltà quotidiane con coraggio ma anche con un sorriso, che a volte sorprende, ma proprio per questo, è più efficace di inutili sterili polemiche.
Per quanto mi riguarda, il settore penale mi ha dato maggiori opportunità di realizzare me stessa, proprio per la particolare tipologia di lavoro, più dinamico, comunicativo e di relazione, anche se essere donna non ha certamente facilitato il percorso in una professione dove ancora, soprattutto, in determinati processi (criminalità organizzata), lo stereotipo è quello che l'avvocato sia un uomo.
Oggi posso affermare con certezza che la professione di penalista è ciò che davvero volevo fare.
Quando mi chiedono come si fa a difendere qualcuno accusato di reati, come la violenza sessuale, o la pedofilia, rispondo che quelle persone hanno diritto ad un giusto processo e che il mio compito è quello di garantirlo, vigilando sul rispetto delle regole.
Troppo spesso assistiamo a violazioni del diritto di difesa, quindi il nostro dovere è e rimane quello di assistere ogni imputato che, non dimentichiamo, è da considerarsi innocente fino a che non intervenga una sentenza di condanna irrevocabile.


4) LA NORMATIVA PENALE E PROCESSUAL PENALE OGGI

Ho iniziato la pratica forense con il rito inquisitorio e ho, quindi, vissuto l'entusiasmo del passaggio a quello accusatorio.
Tuttavia, ho dovuto constatare quanto quei principi caratterizzati da minori garanzie per l'imputato fossero radicati nelle corde degli addetti ai lavori, in particolare dei magistrati, dei pubblici ministeri ed anche di qualche avvocato.
Purtroppo, nonostante siano passati oltre venticinque anni dall'entrata in vigore del nuovo codice e più volte il legislatore e la Corte Costituzionale siano intervenuti a correggere storture del sistema, mancati coordinamenti tra le norme, ancora oggi si assiste ad esternazioni e forzature del processo accusatorio caratterizzate da "giustizialismo", dovute probabilmente anche al fenomeno della mediatizzazione delle inchieste e dei processi.
Tutte le recenti riforme e quelle in corso di approvazione, sia sostanziali che processuali, non hanno purtroppo l'obiettivo di razionalizzare il sistema per un suo miglior funzionamento, bensì intervengono sulla spinta emotiva di avvenimenti per i quali l'opinione pubblica chiede a gran voce una risposta, soprattutto attraverso pene più severe, come nel caso dell'omicidio stradale.
Esistono poi norme introdotte da poco, aventi ad oggetto l'ambito del diritto penale dell'economia, quali reati di autoriciclaggio, di falso in bilancio, nonché quelli tributari, che intendono invece colpire un'area dove scendono in campo interessi economici rilevanti e dove si ritiene da parte dell'opinione pubblica si esplichi la vera criminalità a scapito dei cittadini onesti.
Per quanto concerne la specializzazione professionale finalmente, dopo tanti anni di battaglie, soprattutto dell'Unione delle Camere Penali, è stato emanato il decreto ministeriale con il regolamento della specializzazione forense.
Questo provvedimento realizzerà l'obiettivo di garantire al cittadino un avvocato più qualificato e, in riferimento all'area del diritto penale, un professionista più preparato a tutelare i diritti delle persone in modo effettivo e competente.
Indubbiamente ciò potrà comportare qualche problema, soprattutto in quei fori non abbastanza grandi da consentire di trattare esclusivamente alcune materie, anche in considerazione della crisi economica che ha colpito duramente la nostra professione.
Al momento, non è comunque possibile esprimere un giudizio esaustivo su tale novità, visto che siamo agli albori dell'entrata in vigore del provvedimento.
Certamente, sarà essenziale la verifica della qualità dei corsi di alta formazione, il cui attestato di partecipazione è infatti previsto quale requisito, in alternativa a quello di aver assunto almeno quindici incarichi di rilievo all'anno in ambito penale per poter richiedere al Consiglio dell'Ordine di appartenenza il conseguimento del titolo di specialista in una determinata materia.
Infine, oltre ad auspicare una revisione organica del sistema sanzionatorio penale, da grande amante degli animali e sostenitrice delle cause che li riguardano, spero altresì che siano maturi i tempi affinché il nostro legislatore intervenga con una legge che superi il concetto di animale come semplice "cosa" fino al suo riconoscimento "di essere senziente", il cui benessere deve avere una posizione giuridicamente tutelata anche alla luce della normativa europea.

Paola Pasquinuzzi






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